lunedì 31 gennaio 2011

Cos'è la LOMBRICOLTURA

LA LOMBRICOLTURA:
La lombricoltura è un metodo pratico e semplice, alla portata di tutti, che permette di trasformare i rifiuti di natura organica (letami, erba, fogliame, residui di potatura, scarti dell’orto, carta, cartone, segatura, umido da cucina, ecc) in terriccio con un processo ecologico, naturale al 100% e del tutto gratuito.
Attraverso l’instancabile opera del lombrico, (“lo spazzino del mondo”) che si alimenta di tutto ciò che marcisce, si accelera la trasformazione degli scarti: li rende inodore, li arricchisce coi suoi succhi gastrici. Si ottiene così dell’ottimo humus: questo terriccio è indispensabile per mantenere e reintegrare la sostanza organica nel terreno, (la quale diminuisce continuamente per gli “asporti colturali”) non ottenibile solo con fertilizzanti chimici.
Con l’humus di lombrico si hanno piante più sane e forti, prodotti genuini e più saporiti; inoltre si usano meno concimi chimici e meno antiparassitari. Migliore qualità di vita.
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mercoledì 26 gennaio 2011

Il compost

Il compost è il fertilizzante per l'orto che possiamo produrre noi stessi a partire dagli scarti organici della nostra cucina e dell'orto stesso. Il compost è una sostanza che risulta infatti dalla decomposizione (e dalla successiva ricomposizione in humus) di un insieme di materiali di partenza molto eterogenei, ad opera di un'immensa schiera di microorganismi che lavorano incessantemente per questo processo. Il compostaggio permette infatti di ottenere su piccola scala quanto avviene in natura nelle lettiere dei boschi e negli strati più superficiali dei terreni incolti. La nostra funzione sarà quella di guidare ed indirizzare nel miglior modo possibile lo svolgimento di questa trasformazione, cercando, a tale scopo, di assicurare le idonee condizioni di vita e di lavoro ai nostri alleati microscopici.

Di che cosa hanno bisogno essi? Fondamentalmente di calore, umidità ed ossigeno.

Il processo di compostaggio risulta accelerato nella stagione primaverile-estiva, mentre rallenta in autunno-inverno. L'umidità è fondamentale per la vita stessa dei microorganismi, per cui bisogna prestare molta attenzione a che il cumulo non si asciughi troppo nella stagione calda. Bisogna provvedere ad annaffiarlo se osserviamo che è secco. E una buona circolazione dell'aria è indispensabile in quanto i microorganismi deputati alla decomposizione dei rifiuti organici sono di tipo aerobico (vivono in presenza di ossigeno).

Come si prepara il compost?

Innanzitutto dovremmo scegliere un posto adeguato, che rimanga lo stesso ogni anno (il terreno sottostante il cumulo resterà inoculato di microorganismi e pertanto favorirà la creazione di un secondo cumulo successivo). Buona una posizione all'ombra, come vicino ad una siepe: il cumulo non si asciugherà troppo, e inoltre in questo modo possiamo valorizzare uno spazio che, proprio a causa del suo ombreggiamento, sarebbe poco produttivo.

Possiamo formare diversi tipi di cumulo, ma ci sono dei criteri da rispettare: l'altezza non dovrebbe superare il metro e mezzo, 1,8 m, in quanto con altezze superiori la massa organica si compatterebbe troppo e si andrebbe incontro a carenza di ossigeno. La larghezza può essere di un metro e mezzo circa e la lunghezza a piacere. Disponendo di molto spazio e di molti scarti organici, un cumulo lungo è buono, ed è da allungarsi man mano che il materiale si accumula: prima di riempe in altezza e poi si procede per la lunghezza, come per avere tanti piccoli cumuli attaccati ciascuno a diverso stadio di maturazione. In caso di spazi ridotti, esistono in commercio anche le compostiere, con appositi fori per la circolazione per l'aria.

Cosa metto nel cumulo?

Ovviamente solo materia organica, ma non resti di carne o pesce, che attirerebbero topi e andrebbero incontro a putrefazioni.

Benissimo le bucce di patate, di frutta, puliture di verdure, gusci di uova, fondi di caffè, ecc, e anche carta da cucina e giornali, che non contengono più metalli pesanti. Non carta di riviste invece. Anche sfalci di erba, residui di potatura e paglia.

I rifiuti organici si distinguono in base al loro rapporto Carbonio /Azoto (C/N). Per il metabolismo dei microorganismi bisogna che il rapporto sia circa 25/1, e la maggior parte dei residui freschi di orto e cucina rispondono a questo requisito. Carta, paglia, segatura e residui di potatura hanno invece un rapporto più alto, e vanno quindi messi ben miscelati ad altro materiale.

Inoltre, al compost possiamo aggiungere dei fertilizzanti naturali, come la cenere di legna, per arricchirlo di potassio, o farine di roccia e alghe per arricchirlo di microelementi. In genere però il compost maturo avrà un buon contenuto equilibrato di tutti gli elementi necessari per la nutrizione.

Sarebbe bene sminuzzare il materiale di partenza troppo grossolano, come rami o steli di piante erbacee dell'orto. In questo modo aumenta infatti la superficie di attacco da parte dei microbi. Esistono anche dei biotrituratori che ci permettono di ottenere materiale ben sminuzzato a partire da mucchi di rami ecc.

Come avviene il processo di compostaggio

Il processo di compostaggio può essere più o meno lungo a seconda della stagione, ma sarà di circa 5-6-9 mesi. Le prime 2-3 settimane sono quelle in cui si creano alte temperature (fino a 70°C!) come conseguenza del metabolismo di tutti gli organismi all'opera. Questo aspetto è molto importante in quanto permette di essere tranquilli sulla devitalizzazione della maggior parte di semi indesiderati o batteri nocivi.

Poi, dopo questa prima fase in cui il materiale di partenza si disgrega, subentra un'altra fase in cui piano piano si forma l'humus, una struttura organica scura ed uniforme, che a maturazione ha un buon odore di bosco.

Cattivi odori durante il processo di compostaggio indicano che possono essere sopraggiunti fenomeni di marcescenza per carenza ossigeno ed eccessiva umidità. In momenti troppo piovosi si può smuovere la massa per ossigenarla.

Utilizzo del compost

Una volta pronto, quando cioè la massa organica ha un colore scuro uniforme ed è tale per cui non è più possibile riconoscerne il materiale di partenza, il compost può essere utilizzato per fertilizzare le aiuole dell'orto con un'incorporazione al terreno col rastrello. Quando, in autunno, lavoreremo il terreno per la primavera successiva, metteremo compost sopra le aiuole per poi coprirle di pacciame, per proteggerle dalle intemperie invernali. Se vogliamo utilizzare il compost per colture già in atto, possiamo metterlo in copertura, come se si trattasse di pacciame.

Quando il compost è maturo, è bene non aspettare molto ad utilizzarlo, dato che con il tempo tende a perdere la sua ricchezza nutritiva.

Come fare il compost

Detersivi ecologici economici

- Fonte: Roberta Marzola
“Pulire ecologico? Ma quanto mi costi!”
Potrebbe essere uno spot di Pubblicità Progresso che invita a tornare ai rimedi della nonna, tanto semplici quanto efficaci, nelle pulizie di ogni giorno. Infatti, in genere, le antiche abitudini sono non solo più sane di quelle, chimiche-industriali, moderne, ma anche più economiche, soprattutto per chi di solito usa i costosissimi detersivi biologici.
Certo, magari richiedono una strofinata in più, un’abitudine diversa (prevenire quotidianamente che un tubo di scarico dell’acqua si intasi, piuttosto che buttarci dentro un litro di tossicissimo idraulico liquido), addirittura un diverso concetto di pulito. Chi si è inventato che il detersivo profuma di pulito? I pubblicitari, naturalmente; un naso non avvezzo potrebbe anche nausearsi all’odore di un surrogato di lavanda disciolto nel detersivo per pavimenti. Quindi, chi ci vieta di inventarci, ora, che è l’aceto – ottimo ammorbidente per biancheria ed abbigliamento, nonché efficientissimo anticalcare per lavatrice, sanitari e pentolame in genere – a profumare di pulito?
E così, quando inizi a comperare sapone di Marsiglia in scaglie al posto del detersivo bio per bucato, quando sostituisci vecchi giornali ed alcool al pulitore per vetri, beh, allora capisci veramente cosa significa non inquinare e pure risparmiare!
In primo luogo, va sempre tenuto presente che l’acqua bollente è il primo detergente e disinfettante, soprattutto se coadiuvata da alcool o aceto e sale. La soluzione migliore, comunque, è quella di dare sempre una pulitina quando lo sporco è ancora fresco, prima che, indurendosi, si incrosti.
Ricordiamo ed evidenziamo anche che, per pulire le superfici, si può efficacemente utilizzare un panno in microfibra, che riesce addirittura a sgrassare senza acqua né detersivi (ma non fidiamoci delle imitazioni da quattro soldi, perché non svolgono la loro funzione).
Per quanto riguarda il bucato, invece, sappi che soltanto il sapone è totalmente biodegradabile, in quanto i microrganismi che vivono nell’ambiente possono trasformarne le molecole in anidride carbonica e acqua (tuttavia, ha meno potere pulente rispetto ai detersivi a base chimica).
Quella che segue è una brevissima rassegna di tanti piccoli accorgimenti da sostituire o affiancare ai detergenti tradizionali. Teniamo presente, però, che l’aceto – indicato in molte di queste soluzioni – non riesce ad igienizzare le superfici; quindi, se non vuoi affidarti esclusivamente al pur efficace potere disinfettante dell’acqua bollente, saltuariamente puoi ricorrere ai detersivi (naturalmente sono preferibili quelli ecologici).
AMMORBIDENTE
Aggiungi un bicchiere aceto bianco nella vaschetta del detersivo nell’ultimo risciacquo. Oppure, una manciata di sale da cucina sciolto in un bicchiere di acqua tiepida, anche direttamente nel cestello.

ARGENTO E RAME
Passa con un panno morbido e succo di limone; poi risciacqua con acqua fredda.

BUCATO A MANO
Fai sciogliere in poca acqua calda il sapone di Marsiglia in scaglie o in panetto (50 gr per 5 litri di acqua). Presta attenzione che il Marsiglia dei supermercati spesso non è il vero sapone di Marsiglia, che deve essere totalmente vegetale. Va bene sia per i delicati sia per il bucato normale.

BUCATO IN LAVATRICE
Fai sciogliere il sapone di Marsiglia (70/90 gr per 5 Kg di bucato); se preferisci, puoi anche metterlo direttamente nel cestello.

FORNO E FORNELLI
Passa una spugna imbevuta di acqua calda e bicarbonato o acqua calda e aceto bianco. L’aceto è sgrassante e rende le superfici luminose: è particolarmente indicato per i fornelli in acciaio. Naturalmente, una passata di spugna bagnata solo con acqua calda, subito dopo aver sporcato il fornello, prima di cucinare nuovamente, è la soluzione più economica ed ecocompatibile.

ORO
I gioielli d’oro si puliscono in fretta immergendoli per un’ora circa nel succo e nei semini del melone. Al termine del trattamento, i gioielli vanno lavati e asciugati con un panno pulito. In alternativa, possono essere immersi per 10 minuti in una soluzione di aceto e sale, sciacquati e lucidati con un panno morbido.

OTTONE
Strofina con un panno imbevuto di una soluzione preparata con una medesima quantità di aceto e sale. In alternativa, miscela insieme sale e limone.

PAVIMENTI
Per piastrelle e cotto versa un bicchiere di aceto bianco od alcool in acqua calda; poi passa al risciacquo. Va bene anche acqua in cui sono state versate alcune gocce di olio essenziale di limone o di timo bianco o di lavanda. Per pavimenti in legno, sono sufficienti acqua calda e alcool.

SBIANCANTE
Puoi ottenere un’azione sbiancante blanda immergendo capi di cotone in acqua in cui sono state bollite alcune fette di limone, oppure aggiungendo un limone tagliato a metà e privato dei semi direttamente nel cestello della lavatrice. Per un’azione più decisa, puoi ricorrere al percarbonato, composto in massima parte da pietra calcarea e sale (invece del perborato, che è molto inquinante).

STOVIGLIE
Per lavare i piatti, l’acqua con cui hai cucinato la pasta è ottima perché contiene amido, utile a ridurre le quantità di detersivo per piatti. Meglio lavare i piatti subito dopo il pasto, quando l’acqua è ancora calda. In alternativa, si può sciogliere del bicarbonato in acqua calda, avendo sempre cura di risciacquare abbondantemente. Il limone è un ottimo sgrassante.

STOVIGLIE ANNERITE
Immergi l’oggetto (o riempilo) in acqua bollente aggiungendo un cucchiaio di bicarbonato; lascia riposare per tre ore, poi risciacqua. Questo sistema è efficace per teiere e caffettiere, ma per pentole in alluminio non è adeguato, meglio usare detersivo e pagliette fini.

SUPERFICI LAVABILI
Utilizza una miscela di aceto bianco e acqua calda.

TUBI DI SCARICO INTASATI
È comunque necessaria un’azione preventiva, ma, se si rende necessario, versa sopra lo scarico 4 cucchiai di sale grosso, poi 4 cucchiai di bicarbonato e infine una pentola di acqua bollente. Oppure, sciogli 50 grammi di bicarbonato in mezza tazza d’aceto. E comunque, ricordati sempre del vecchio sturalavandini!

VETRI
Bagna la carta di un quotidiano con alcol e appallottolala: il risultato è ottimo perché l’inchiostro fa risplendere i vetri.

WATER
Versaci un bicchiere di aceto caldo, oppure utilizza lo scopino precedentemente cosparso di bicarbonato.

Tratto da “Chi non inquina risparmia – spunti creativi per il rispetto dell’ambiente e del portafoglio”, di Roberta Marzola, Jubal editore, (www.jubaleditore.net)

Il modo più intelligente per risparmiare è non inquinare; il modo più intelligente per rispettare l’ambiente è risparmiare.
Lo sviluppo sostenibile e l’economia sana nei gesti di ogni giorno, dalle pulizie domestiche all’auto “ecologica”, dai cosmetici fai da te al risparmio energetico
.

Roberta Marzola, giovane giornalista, sin dall’inizio della sua carriera si è occupata dell’impatto delle attività umane sull’ambiente (è stata fra i primi giornalisti in Italia a far emergere con sistematicità la questione dell’uranio impoverito).
Ha creato uno stile di vita “sostenibile” sposando la sua naturale tendenza al risparmio delle risorse con il suo innato amore per la natu
ra.

martedì 25 gennaio 2011

Sostenere la ricerca sulle nanopatologie

SOSTENIAMO LA RICERCA SULLE NANOPATOLOGIE

Noi crediamo fermamente nel fatto che il Dott. Stefano Montanari e la Dott.ssa Antonietta Gatti debbano essere messi nelle condizioni di fare ricerca, una ricerca volta al bene comune e mirata a dimostrare gli effetti sulla salute umana del nanoparticolato derivante dagli impianti di termocombustione, con particolare accento per gli sciagurati inceneritori di rifiuti. Parliamo dello studio di polveri finissime di cui molti studiosi, a dispetto di numerose evidenze scientifiche, continuano a negarne l’esistenza ed i conseguenti danni. Particolato di grandezza nanometrica in grado di superare la barriera della membrana cellulare e di penetrare nel nucleo. Nonostante alcuni riconoscimenti ufficiali, il percorso è ancora lungo e pieno di ostacoli generati dai molteplici interessi economici, messi in discussione proprio dai risultati stessi della ricerca.

Come tutte le iniziative che hanno come obiettivo il bene comune, anche questa ricerca per proseguire ha bisogno dell’aiuto della parte più sensibile della società. Da anni, oramai, i coniugi e ricercatori Gatti e Montanari lottano mettendo in campo ogni risorsa, sia fisica che economica. Nonostante i risultati sempre più promettenti, sono allo stremo e, se non arrivano rapidamente contributi, saranno costretti a restituire il microscopio. Per questo ma non solo per questo è importante che la ricerca sulle nanopatologie vada avanti nel tempo ed è altrettanto fondamentale far sentire oggi come domani la nostra vicinanza a chi si grava di tali compiti con sacrifici personali, economici e con cospicui rischi.

Come aiutare: Le donazioni, per chi vorrà farle, dovranno pervenire al conto corrente postale (BancoPosta) dedicato n. 7231168 (da usare per i versamenti postali). IBAN: IT34D0760112900000007231168 (da usare per i bonifici bancari). L’intestatario è Stefano Montanari e la causale dovrà essere DONAZIONE.

Ulteriori informazioni sul Blog di Stefano Montanari. http://www.stefanomontanari.net/sito/ e http://www.stefanomontanari.net/sito/sostienici.html

Desideriamo segnalare anche la SPONTANEA recente apertura di un gruppo Facebook con cui stiamo cercando di raccogliere iscritti in modo tale da devolvere poi direttamente e singolarmente una precisa piccola somma una volta raggiunto un congruo numero di persone. Il nome dek gruppo su Facebook è: “400.000 euro per la ricerca sulle nano patologie”

Gli amministratori del gruppo: Vincenza Raso, Edi Mattioli, Sofia Astori, Enrica Martolini, Laura Raduta, Riccardo Bertoncelli, Sauro Sarti, Cristian Piga, Giuliano Barbieri.

NB

Per chi non ha conto corrente nè in banca nè alla posta, si può utilizzare il bollettino semplice, compilato con n. di conto banco posta del destinatario, nome del destinatario e causale. Il costo del servizio è 1,10 euro.

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lunedì 24 gennaio 2011

Report Case di paglia

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Intervista su Permacoltura

Intervista su agricoltura sinergica

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